Il Fondo di solidarietà comunale 2023 e i nuovi Fabbisogni standard per l'Istruzione

Aggiornata e rivista la metodologia per la determinazione dei fabbisogni standard dei comuni per il 2023 e approvato il riparto del Fondo di solidarietà comunale 2023

Roma, 09/03/2023

La Commissione tecnica per i fabbisogni standard - CTFS il 27 febbraio scorso ha approvato la Nota metodologica per la definizione dei fabbisogni standard dei Comuni per il 2023 delle Regioni a statuto ordinario. Nella stessa seduta è stata approvata inoltre anche la nota metodologica che definisce i criteri di riparto del Fondo di Solidarietà Comunale (FSC) per l’anno 2023

La nota metodologica relativa al FSC, con i rispettivi allegati, dovrà essere approvata dalla Conferenza Stato Città ed Autonomie Locali e, successivamente, attraverso un DPCM, definitivamente ratificata. In attesa che si concluda il percorso normativo, sul sito di OpenCivitas sono disponibili i dati provvisori sul Fondo di solidarietà comunale 2023

Il Fondo di solidarietà comunale per il 2023 

Cos’è il Fondo di Solidarietà comunale? 

Il Fondo di Solidarietà Comunale è stato istituito con la legge di stabilità n. 228/2012 come parte del disegno complessivo del federalismo fiscale. È uno strumento di perequazione che tiene conto dei fabbisogni standard e della capacità fiscale in un’ottica di progressivo abbandono del meccanismo basato sui trasferimenti storici, finalizzato ad assicurare un'equa distribuzione delle risorse finanziarie tra i comuni italiani. 

Con le leggi di bilancio del 2021 e del 2022 sono state stanziate risorse aggiuntive sul Fondo di Solidarietà Comunale finalizzate al miglioramento di alcuni servizi di particolare importanza: i servizi sociali, gli asili nido e il trasporto degli studenti con disabilità. A queste risorse sono associati dei livelli obiettivo da raggiungere nell’offerta dei servizi, ovvero i Livelli Essenziali delle Prestazioni – LEP e gli obiettivi di servizio, e un meccanismo di monitoraggio dei risultati e di rendicontazione delle risorse.   

I numeri relativi alle maggiori risorse stanziate sono consultabili negli allegati alle note metodologiche discusse e approvate dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard (CTFS).  

Nel 2023 l’attribuzione delle risorse segue gli stessi criteri utilizzati per il fondo attribuito per l’anno 2022, ad eccezione della percentuale di risorse distribuite in base a meccanismi perequativi, che è stata adeguata a quanto previsto dalla normativa.  

Per l’anno 2023 l’applicazione del meccanismo standard di riparto del fondo per i comuni delle RSO è pari a 1.880.461.531 euro e viene ripartita in due quote:  

  • la prima quota, pari a 658.161.536 euro, corrispondente al 35% della dotazione, è ripartita secondo il criterio di compensazione delle risorse storiche;  
  • la seconda quota, pari a 1.222.299.995 euro, corrispondente al 65% della dotazione, è ripartita secondo il criterio perequativo in base alla differenza tra capacità fiscale e fabbisogni standard. 

Il riparto del FSC per i comuni delle Regioni Sicilia e Sardegna si basa esclusivamente sul criterio di compensazione delle risorse storiche, che quindi non considera i fabbisogni standard e le capacità fiscali.  

I Fabbisogni standard dei comuni per il 2023 

Quali sono le novità per la funzione di Istruzione Pubblica?

Rispetto all’Istruzione pubblica, nel corso del 2022, seguendo le indicazioni ricevute dalla CTFS, si sono determinati i Fabbisogni standard di tale funzione, una delle più importanti per le amministrazioni che comprende i servizi comunali relativi a:  

  • scuola dell’infanzia; 
  • scuola primaria e secondaria di 1° e 2° grado; 
  • trasporto; 
  • refezione; 
  • assistenza e trasporto di studenti con disabilità; 
  • altri servizi complementari come i centri estivi. 

Nell’ambito dell’istruzione pubblica l’output utilizzato per la definizione della funzione di costo relativa a diverse prestazioni comunali è costituito dalla popolazione residente in età compresa tra 3 e 14 anni

Quali elementi caratterizzano la nuova metodologia? 

La nuova determinazione è avvenuta attraverso la definizione di un nuovo modello di stima basato sull’utilizzo di dati panel, con una base dati riguardante più annualità che ha consentito di cogliere i cambiamenti che si sono verificati nei diversi anni e intercettare le eventuali modifiche strutturali e gestionali che caratterizzano lo svolgimento delle funzioni di istruzione pubblica. La stima del costo standard unitario per l’istruzione pubblica è stata effettuata considerando gli elementi che hanno caratterizzato ciascun comune lungo tutto l’arco temporale del panel. 

 

Istruzione pubblica: spesa ai fini dei fabbisogni standard suddivisa per annualità e per Regione

Cosa cambia dalla precedente metodologia? 

Tra gli elementi di innovazione rispetto alla metodologia approvata nel 2016 vi è la caratterizzazione del servizio di trasporto scolastico. Grazie ad una più mirata stima di due variabili relative al numero di utenti trasportati, è stato raggiunto un risultato più coerente con la realtà.  

Un altro elemento innovativo riguarda il costo medio del lavoro del personale. Nella precedente metodologia, nella stima del modello di costo unitario era risultato molto significativo quello del personale nel settore privato. Con la nuova metodologia è risultato invece significativo il costo del lavoro interno alle funzioni di istruzione pubblica. Questa informazione viene rilevata attraverso i questionari somministrati da SOSE per i fabbisogni standard e ai comuni caratterizzati da determinate dimensioni e appartenenti alla stessa regione è stato riconosciuto un identico valore del costo del lavoro.  

La base dati utilizzata per la determinazione dei fabbisogni standard ha considerato sei annualità (2013, 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019) sfruttando l’ampio periodo a disposizione dalle rilevazioni sino ad oggi effettuate ed offrendo la possibilità di ottenere un valido campione di riferimento utile alla stima. I dati rilevati attraverso i questionari somministrati sono stati integrati con le informazioni contenute nelle banche dati utilizzate per la stima dei Fabbisogni standard delle sei annualità, in particolare quelle dal MIUR. 

Dopo una scrupolosa analisi di qualità dei dati riportati dai comuni nella compilazione dei questionari, la stima dei fabbisogni standard è stata effettuata su un campione di riferimento per ciascuna annualità. Infine, per evitare possibili distorsioni nei coefficienti individuati nel modello di stima sono stati esclusi dal campione i comuni con valori ritenuti anomali.